BECCUTE MARCHIGIANE

Tasto inglese 150 px

 

 

Piccoli profumati dolci di mais e frutta secca che ancora una volta dimostrano come uova, latticini, lievito e zucchero non siano sempre indispensabili per preparare dei morbidi biscotti golosi.

Questa ricetta della cultura contadina anconetana è estremamente attuale, vegana, senza glutine e versatile, un “dolce in progress” che si presta ad essere reinventato con infinite combinazioni di ingredienti.

Ingredienti per 30 dolci da 4 cm di diametro:

  • 125 g farina di mais fioretto
  • 48 g fichi secchi
  • 25 g nocciole
  • 25 g mandorle
  • 25 g noci
  • 25 g uvetta
  • scorza di 1 arancia
  • 2 cucchiai di olio
  • 375 ml di acqua bollente
  • 1 pizzico di sale

Come preparare le beccute

Ammollate l’uvetta in acqua tiepida per 30 minuti.

In un mixer tritate con la funzione ad impulsi la farina di mais con le nocciole, le mandorle e le noci in modo grossolano per non perdere la loro croccantezza. La farina di mais e il sistema ad impulsi aiutano a non surriscaldare e la frutta a guscio.

Tritate grossolanamente i fichi e la scorza d’arancia.

Sgocciolate l’uvetta dall’acqua, strizzatela ed asciugatela con carta da cucina.

Portate a bollore i 375 ml di acqua.

In una ciotola unite tutti gli ingredienti asciutti e miscelate.

Unite l’olio e l’acqua bollente agli ingredienti asciutti gradatamente mescolando.

L’impasto sarà morbido e leggermente appiccicoso.

Potete cuocere i panini negli stampini da forno (quelli che ho usato io sono a forma di cupola) ungendoli leggermente prima di riempirli con l’impasto o, formare dei piccoli panini con le mani leggermente unte d’olio.

Infornate a 150°C per 40 minuti.

 

 

5 risposte a "BECCUTE MARCHIGIANE"

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      1. Vero, sono tutte preparazioni basate sui prodotti locali e stagionali. Pensa che la cucina ligure è praticamente vegetariana (non vegana): in Liguria non ci sono spazi per l’allevamento, solo un po’ di pastorizia. La poca carne che tradizionalmente si mangiava veniva da animali piccoli, come polli e conigli. Altrimenti verdure fresche in mille modi diversi, ma semplici e resi profumati dalle tante erbe spontanee. Pensa al pesto (che sarebbe vegano senza il formaggio) non è nemmeno cotto!

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